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Parlarne fa bene?

4 Dic 202019 Mar 2021Dott.ssa Silvia Darecchio

SI, NO, FORSE… DIPENDE???

1. Parlare di quello si prova: SI! Fa bene!

Condividere i propri sentimenti e le proprie emozioni con gli altri, positivi o negativi che siano, fa sempre bene.
Se i sentimenti o le emozioni sono positivi fa bene, perché il raccontare l’emozione produce un effetto “volumizzante” , facendoci sentire ancora più felici e gioiosi; se i sentimenti sono negativi, invece, accade che esponendo le nostre paure, le arrabbiature, le tristezze, le angosce, ecc…. evitiamo di sfuggirle, aumentiamo la possibilità di osservarle con maggiore distacco riuscendo a di vederle per quello che sono e aumentiamo le probabilità di assumercene pienamente la responsabilità. Quando parliamo dei nostri sentimenti e delle nostre emozioni negative permettiamo loro di diminuire, se invece le giudichiamo come inopportune, ce ne vergogniamo e tentiamo di eliminarle, come fossero macchie indesiderate, non facciamo altro che farle aumentare. Perciò tutte le volte in cui diciamo a noi stessi che non dovremmo sentirci in un dato modo, aumentiamo la nostra pressione interna, il nostro stato di ansia e di malessere e quindi l’emozione negativa.  All’opposto condividere il nostro stato emotivo, accettarlo per quello che è, lasciare che abiti il nostro corpo, fanno si che ne diminuisca l’intensità.

Condividere con qualcuno il nostro sentimento negativo ci permette di vedere la nostra situazione da altri punti di vista, spesso meno catastrofistici del nostro. Ogni volta che sentiamo dentro un “groppo”, un fardello, un blocco che non ci permettono di pensare con chiarezza e ancor meno di agire in modo efficace, è conveniente condividerli. Potremo farlo con il nostro migliore amico, un genitore oppure uno psicologo*. Chiunque sia la persona, il suggerimento è di non tenersi dentro il sentimento o l’emozione negativi.

download (1)2. Parlare dei problemi è ok!

Parlare dei propri problemi aiuta ed è un modo efficace di riprendersi dalle difficoltà. Tuttavia, quando siamo alle prese con un problema, a causa di pregiudizi e di paure potremmo essere portati a non parlarne con nessuno. Questo può accadere perchè, mostrando quelle che riteniamo essere delle vere e proprie debolezze, proviamo pudore, oppure perchè quando siamo in difficoltà, pensiamo che sia giusto “essere forti” e mostrare agli altri il nostro lato “più maturo”. Invece esistono validissimi motivi per superare il timore di mostrarci fragili e parlare dei nostri problemi con qualcuno di fidato, vediamoli:

  • parlarne è un modo per “nutrire” le relazioni: la persona che riceverà le nostre confidenze si sentirà importante, in una posizione complementare e di grande responsabilità rispetto alla nostra vita. Attraverso la nostra scelta le dimostriamo stima e fiducia e questo non farà altro che fortificare la relazione. Quando parliamo del nostro problema, fondamentalmente mettiamo a confronto e usiamo due modi di ragionare, per trovare insieme una soluzione che possa portare sollievo o metta fine alle nostre difficoltà;
  • parlarne rappresenta una preziosa occasione per migliorare il rapporto che abbiamo con noi stesi.  Riusciamo infatti a mettere a nudo il nostro modo di essere, quando ragionando in modo autentico con una persona fidata. Non dobbiamo sforzarci di apparire forti dato che, la maggior parte delle volte, abbiamo solo bisogno di rivelarci per quello che siamo veramente, senza finzioni, senza maschere, senza sovrastrutture, senza difese. È solo attraverso il confronto autentico con un altro fidato, che possiamo accettarci completamente per quelli che siamo, che riusciamo a fare spazio anche a quei “difetti inaccettabili e inesprimibili” che di solito ci fanno “tenere tutto dentro”. Il nostro cervello ha bisogno di situazioni concrete, ha bisogno di “srotolarsi”, di misurarsi con sè stesso e con altri cervelli, per capire profondamente fino a che punto può spingersi coi pensieri, i ragionamenti, le ipotesi e le elucubrazioni. Trovare una persona fidata, che sia in grado di capirci, è molto importante, perchè la mente dell’altro funziona come un potente argine: qualunque cosa si dirà, il fatto che l’altro la conterrà, ci farà sentire al sicuro. Se riusciremo ad essere autentici nel confronto con una persona fidata, potremo ritrovare un senso di linearità in noi e potremo riscoprire il valore del nostro vero Io.

“Il sempre sospirar nulla rileva.“

Francesco Petrarca

download3. Parlarne fa bene, lamentarsi (magari per anni e della stessa cosa) NO.

!!!!! ATTENZIONE!!!!!! NO ALLE LAMENTELE INFINITE!!!!!

“Odio il mio lavoro”, “Il mio corpo non mi piace”, “Questi amici mi trascurano, sono sempre io che li cerco”, “La mia relazione di coppia non mi soddisfa più”, “Questa città, questo quartiere, questa casa,  mi stanno stretti ”, ecc… ecc…

Leggendo queste frasi, per ciascuna di queste situazioni la soluzione sembrerebbe essere scontata: “Non ti piace il tuo lavoro? Cambialo!” , “La città in cui vivo ha poco da offrirmi? Vado a vivere in un’altra città!”, ecc…. accade invece che il tutto non sia così semplice.  In situazione analoghe, la tendenza potrebbe essere quella di creare e, soprattutto, di mantenere conflitti interiori tra la soluzione, che potrebbe risolvere il tormento emotivo, e l’omeostasi (la tendenza a lasciare tutto immutato, all’insegna del : “chi lascia la strada vecchia per la nuova…”).  Le persone di fronte a problemi personali o lavorativi, spesso preferiscono parlarne e lamentarsene a lungo, senza arrivare ad una vera soluzione, che comporterebbe una coraggiosa assunzione di responsabilità rispetto alla propria vita.

In tutto questo processo c’entrano molto le paure (paura del cambiamento, delle emozioni, di non esserne capaci, di cambiare idea, di pentirsene, di sbagliare, di essere giudicati, di non essere felici, di fallire ecc…) e il coraggio di affrontarle. Queste paure sono del tutto legittime e normali, tuttavia, se ci rendiamo conto di aver passato gli ultimi mesi a lamentarci, chiediamoci: cosa abbiamo ottenuto? con l’auto-commiserazione quale soluzione abbiamo trovato? In tutto questo abbiamo potere decisionale o davvero non possiamo farci nulla? Certamente  la soluzione non è sempre semplice, spesso infatti risolvere lo stallo richiede tempo, pianificazione, impegno e fatica. Tuttavia, esistono alternative? Quello che possiamo fare a partire da oggi è programmare gli obiettivi che, passo dopo passo, ci porteranno al cambiamento desiderato. Dicevamo che le persone cercano il coraggio. Le persone che si rivolgono allo psicologo* spesso lo fanno perché si trovano in fasi conflittuali e di stallo. Quando decidono di chiedere aiuto ad un professionista lo fanno apparentemente con la speranza di trovare una soluzione inedita al loro problema, tuttavia, capita molto spesso che la soluzione definitiva, in realtà, le persone l’abbiano già presa dentro loro stesse da tanto tempo e indipendentemente dall’intervento di un esperto. Quello che invece tacitamente chiedono è di aiutarle ad avere il coraggio di compierla. Ciò che vale la pena chiedere alle persone vicine o ad uno psicologo* è un supporto caldo e forte mentre, con coraggio, si realizza la soluzione giusta, già individuata. Solo in questo modo, infatti, si interrompe il circolo vizioso del “lamentarsi all’infinito”.

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* È opportuno andare dallo psicologo quando:

  • i problemi non si sono risolti, nonostante l’aiuto degli amici, dei famigliari e delle persone vicine;
  • il malessere boicotta la vostra efficienza, soprattutto lavorativa;
  • vi rendete conto che state evitando certe situazioni che prima non vi creavano alcuna difficoltà;
  • il vostro malessere compromette le relazioni importanti, causandovi ulteriore dolore;
  • in presenza di sintomi fisici, il medico e lo specialista non hanno saputo cambiare la situazione;
  • avete continui vissuti di tristezza, angoscia e preoccupazione;
  • avete pensieri indesiderati che sentite che non vi appartengono e comportamenti che non riuscite a controllare;
  • vi sentite tesi, stressati, avete difficoltà a dormire e a rilassarvi, avete spesso tachicardia, vertigini e fiato corto;
  • per gestire i momenti critici, ricorrete all’alcool, a droghe o a farmaci che alterano le vostre percezioni;
  • il dolore che provate è così intenso da farvi pensare al suicidio.

_______________________________________________________________________________________________

Come psicologa, oltre al servizio di consulenza online  per chi non vive in Emilia,  ricevo in studio a San Polo di Torrile (Parma). Da oltre 10 anni ascolto ed aiuto le persone, concretamente, ad uscire dalle situazioni difficili, a fronteggiare le sfide esistenziali e a riprogettare il futuro.

In condizioni di sofferenza psicologica posso aiutarti a superare le tue difficoltà, accompagnandoti verso una consapevolezza rinnovata di te, dei tuoi bisogni, delle tue priorità e del tuo modo di “funzionare”. Posso aiutarti a ritrovare la serenità e il benessere, anche grazie alla proposta di tecniche di gestione dei pensieri intrusivi e disfunzionali e di gestione dello stress.

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